Epifania

Se l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, apre il calendario natalizio, il 6 gennaio, giorno dell’epifania, chiude il periodo delle feste. I due giorni hanno una cosa in comune a Venezia, un evento particolarmente sentito tra i veneziani che si danno appuntamento in piazza San Marco.

Presso la Torre dell’orologio, in questi due giorni, si realizza una piccola-grande meraviglia: un carosello di statue in legno con i Re Magi e un angelo si mettono in moto e sfilano lungo il balcone della facciata sud della torre, omaggiando la scultura di una vergine.

Statue che prendono vita grazie ad antichi meccanismi interni della torre, conosciuta generalmente per i “mori”, le due statue in bronzo sulla sommità raffiguranti due pastori che scandiscono le ore battendo la campana. La particolarità sta nel fatto che il pastore con la barba, chiamato anche “il vecchio” si mette in moto due minuti prima dell’ora esatta, scandendo il tempo passato, mentre il pastore giovane due minuti dopo, segnando il tempo che sta per venire.  

Con il termine Epifania, i greci indicavano il modo in cui una divinità si manifestava attraverso un segno, una visione, un’apparizione, un sogno o un miracolo. Nel mondo cristiano ciò indicava le manifestazioni di Gesù che, la Chiesa occidentale celebrava in primis con la venuta e l’adorazione dei Magi venuti da oriente.

Un oriente che è sempre stato molto presente a Venezia, città punto di incontro della tradizione occidentale con quella bizantina e protagonista indiscussa del “dialogo” tra queste due civiltà che ha generato per secoli scambi di uomini e merci, saperi e conoscenze reciproche. Da Venezia, poi, tradizionalmente partivano i pellegrinaggi per la Terra Santa: un motivo in più per celebrare l’epifania con gli oggetti realizzati dai veri maestri artigiani veneziani.

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